Ho un rigido e macchinoso ingombro
tra le gambe.
Mi raspa e ti punta come un faggiano.
Cerco di resistere,
senza ascoltare i tuoi sguardi.
Le sbarre dell’ombra,
fitte come capelli,
lunghe come il delirio,
in frasche rovinose,
incarniscono i bulbi
che ti portano in grembo.
Come un feto malforme,
di viso d’angelo.
venerdì 9 novembre 2007
croste
Sollevo la crosta di ferite antiche
con l’egual desiderio
di trovare sotto al tappeto
la chiave che mi conduce a te.
Ma, allo stesso modo,
il dolore in carne
e sottili appiccichi di resistenza.
con l’egual desiderio
di trovare sotto al tappeto
la chiave che mi conduce a te.
Ma, allo stesso modo,
il dolore in carne
e sottili appiccichi di resistenza.
Iscriviti a:
Post (Atom)